Nasce a Trani, in Provincia di Bari, il 23 Febbraio 1958. Dopo aver conseguito la maturità scientifica, si diploma all’Accademia di Belle Arti di Bari, nel Corso di Decorazione, nel 1985.
Dipinge i suoi pensieri e scrive dei suoi dipinti, sforzandosi di catturare, su tela o su carta, quel brevissimo istante in cui la vita svela il suo mistero prima di tornare banale. Nel 2000 si abilita all’insegnamento di Educazione Artistica, Disegno e Storia dell’Arte.
Per un breve periodo si dedica alla xilografia ma, nel frattempo, continua ad ammirare i contrasti forti di Caravaggio ed i paesaggi onirici di Magritte e Dalì, essendo prevalentemente un figurativo sin dai tempi dell’Accademia ed essendo il suo genere preferito il Simbolismo. Attraverso l’utilizzo di varie tecniche, giunge ai suoi dipinti ad olio degli anni ’90 e 2000, dipinti in cui le figure tendono ad una resa sempre più realistica, per arrivare, successivamente, ad un “Simbolismo iperrealista” che gli permetta di abbinare i suoi “pensieri dipinti” alla padronanza della tecnica dell’olio su tela che predilige.
Dal ’90 partecipa annualmente al Concorso Pittorico Internazionale “Contea di Bormio”, in Valtellina, ottenendo diversi riconoscimenti.
Dal 2016 è titolare di cattedra presso il Polo Liceale di Terlizzi (BA) e dipinge nel suo atelier, presso la propria abitazione, a Molfetta. Nel suo laboratorio di Corato, in Provincia di Bari, realizza e personalizza le cornici per i suoi lavori.
FRANTUMI – olio su tela – 65×65 cm – 2020
La Realtà, eterna al mio sguardo poco attento, la Realtà che conosco, che mi appartiene da sempre, e a cui appartengo, a poco a poco si spegne. Alzo gli occhi al cielo e guardo il mio mondo che si frantuma inesorabilmente, lasciando cadere, sulla mia superficialità e sulla mia inutile tranquillità, affilate schegge di vetro che feriscono la mia anima, che tagliano pezzi della mia vita e si conficcano nei miei occhi, disegnando il paesaggio del tempo che passa in sordina e senza fermarsi.
IL MIRACOLO – olio su tela – 80×80 cm – 2020
Sospinto dal vento acido e tumultuoso dei cattivi pensieri, apro gli occhi su un mondo vuoto, dove inaccessibili montagne di qualunquismo troneggiano, aspettando chissà quale Dio che le giustifichi e le perdoni, ma nessun miracolo scenderà su di loro da questo cielo infinito, fatto solo di malattia e di nulla. Chiudo gli occhi e mi aggrappo all’amore, me ne nutro, ne faccio il mio mondo senza Dei ma in cui ogni attimo è miracolo e, in fretta, prima che la bufera mi assalga, inchiodo al cielo questo mio pensiero.