17 Luglio 2021 - 29 Agosto 2021
10.30 - 12.30 e 18.00 - 22.00
IL QUARTIERE DELLA GIUDEA DI FONDI
La Giudea è l’ex quartiere ebraico situato nella zona nord-est del centro storico di Fondi, in provincia di Latina.
Il quartiere ebraico di Fondi per lungo tempo fu completamente dimenticato e non fu mai inglobato nel restante assetto urbano. Venne infatti escluso dall’invasione di strutture cristiane e si differenziò dagli altri quartieri per l’alta densità architettonica.
Grazie ad alcuni documenti e a diverse iscrizioni funerarie, si può risalire alla presenza ebraica in città già nell’epoca romana. Nel 1280 la presenza è nuovamente attestata da altri documenti in archivio, mentre nel XV secolo la comunità ebraica contava oltre 150 persone (senza contare le famiglie povere). Gli ebrei abitarono il quartiere fino al XVI secolo. Tra di loro vi erano tessitori e tintori di lino, seta e canapa (famosi come venditori di stoffe e abili nel commercio), ma anche orafi, banchieri, giudici, amministratori dei Caetani ed altri professionisti. Le loro botteghe tessili si possono distinguere tutt’oggi.
Risale a quell’epoca la distribuzione di una particolare stoffa, il Fundanum.
Per la sua posizione di confine tra Lazio e Campania, la comunità non fu toccata dai decreti pontifici di espulsione della fine del XVI secolo di Papa Paolo IV, il quale emanò la legge (1555 circa) cun nimis absurdum. Probabilmente l’abbandono del quartiere fu causato dall’invasione nel 1534 da parte del pirata Barbarossa (l’invasione portò alla distruzione anche degli archivi cittadini); o probabilmente fino al 1541, anno della loro definitiva espulsione dal Regno di Napoli, inoltre un’ondata di peste dai territori paludosi confinanti (1633) aggravò la già difficile situazione, segnando il declino del periodo ebraico nella Giudea di Fondi.
Il quartiere è caratterizzato da una serie di case medievali disposte a corte o a profferlo. Evidente è la tipica struttura architettonica ebraica. Le case erano collegate attraverso delle porte laterali. Essendo una comunità, se c’era bisogno di aiuto o in caso di pericolo, si cercava la salvezza dal vicino. Al piano inferiore c’erano i depositi, negozi o botteghe.
Nel cortile tutte le scale si dispongono nella medesima direzione, secondo i dettami della Torah e secondo uno schema probabilmente utilitaristico, dato che le botteghe affacciavano sul medesimo cortile.
Tra tutte le abitazioni spicca la famosa “Casa degli Spiriti”. Essa è stata riconosciuta come luogo di culto, come attesta la “Mezuzah” alla sinistra del cancello. L’interno fa pensare che si trattasse, infatti, di una sinagoga. Una fonte che ha permesso di ricostruire l’origine e la funzione della Casa degli Spiriti come antica Sinagoga, è un frammento di un’iscrizione tombale bilingue risalente al IV sec. d.C., nella quale c’è raffigurata la Menorah (candelabro a 7 braccia).
Nella tradizione locale, la casa è infestata dagli spiriti. La gente preferisce non abitarvi, anche se è stata più volte ristrutturata. Un recente studio ha appurato che le paure provate dalla gente possono essere causate dal fatto che, in un passato assai remoto, in questa casa vi furono massacrati dei fuorilegge, assassinati innocenti e bambini.
Tuttavia, chi vi è entrato asserisce di sentire rumori incessanti, cigolii provenienti dal pavimento, brusche raffiche di corrente nei vari alloggi. Preso dalle paure e dalle credenze popolari chi vi passa davanti ha il timore di entrarvi e spesso scappa via e chi sente le storie di chi è entrato rabbrividisce. Paure inoltre rafforzate dai molti ebrei che vi morirono nel 1636 per l’improvviso impaludamento della Piana di Fondi e la susseguente epidemia di malaria.
Attualmente la struttura ospita il Museo Ebraico, gestito dall’Ente Parco Naturale Regionale dei Monti Ausoni e del Lago di Fondi. Al suo interno è possibile visitare diverse sale; il percorso didattico permette di far rivivere appieno quella che doveva essere la vita della comunità ebraica a Fondi, dalla produzione tessile alle attività finanziarie.
Loreta Carnevale
Studentessa Universitaria di Restauro