“Se non c’è vita non c’è mistero”.
Identità svelate e principi fondanti nell’arte di Aurelio Gomes, la cui identità è spesso misteriosa e sfuggente. La sua arte è una sorta di meraviglia ancestrale, tesa ad esaltare qualsiasi bellezza universale.
C’è tanta manualità, unita ad uno sforzo fisico frutto di un sacrificio incomparabile derivante dall’impiego serrato di tempo ed energie, manifestata tramite una lavorazione che emerge.
Una dimensione operativa, quest’ultima, che riporta Gomes al passato, all’Ottocento, quando esponenti delle arti e mestieri misero in discussione, con la loro reinterpretazione delle arti e dell’artigianato, la creazione di manufatti artistici. Così come ogni loro pezzo era un unicum, anche ogni opera pittorica eseguita da Gomes è irripetibile.
Il suo essere artista è concepito come una sorta di missione spirituale rivolta all’affermazione della bellezza e alla difesa di qualsiasi tematica estetica, sia materica che commerciale.
A tal proposito Aurelio Gomes ha sempre cercato di non svelarsi ed essere giudicato attraverso le sue opere. Egli chiede di leggerle per conoscerle e valorizzarle.