Massimo Papi nasce a Roma nel 1957 e, fin da piccolo, mostra una passione per il disegno e la pittura. Durante l’adolescenza e gli studi di Medicina, lavora molto con pittura ad olio, acrilico e smalti. In seguito disegna molto con sanguigna, carboncino e matita.
Si laurea in Medicina e Chirurgia nel 1983 e si specializza in Dermatologia nel 1986. Lavora per 30 anni come Dermatologo presso un noto Istituto Dermatologico romano. Attualmente svolge l’attività di libera professione e di consulenza presso l’INMP di Roma.
Circa 15 anni fa decide di intraprendere un vero percorso artistico seguendo la scuola dei Maestri Carlo Riccardi e Gianluigi Bassanello e cercando di capire che significasse oggi l’Arte e la pittura in particolare. Da alcuni anni è attivo in una Scuola d’Arte Romana.
Nel 2009 ha dato vita al “progetto DermArt” con il desiderio di raffinare, attraverso l’osservazione delle opere d’arte, la capacità diagnostica di medici e dermatologi. Tale evento, ormi alla sua 12° edizione, si tiene nei siti più suggestivi di Roma ed è aperto a tutti, anche ai non esperti del settore. Il programma comprende un convegno “trasversale” di dermatologia tra Scienza ed Arte, incontri mensili tra argomenti medici e discipline umanistiche, seminari didattici di dermatologia clinica attraverso il confronto con l’arte visuale.
Ha scritto diversi libri. In particolare ricordiamo “L’Ulcera cutanea degli arti inferiori”, edizioni Monti del 1998 e del 2002, “Le ulcere microangiopatiche”, edizione Marrapese del 2009, “Dermart: dermatologia tra scienza e arte”, edizione Mazzotta del 2012, “Ma perché la pelle invecchia? Solo colpa delle quattro S: sun, smoke, smog e stress?”, edizione Mazzotta del 2014 e “Come cambia la pelle. Passeggiata attraverso l’arte visuale”, edizione Artegrafica del 2018.
LEGGERE FA BENE – acrilico su tela – 70×100 cm – 2010
Elogio del piacere della lettura, in una caffetteria, di passaggio.
LA PIENA DEL TEVERE NEL 2008 – acrilico su tela – 60×80 cm – 2008
Atmosfera su Ponte Umberto I, che l’artista attraversa per andare verso la Fontana del Mascherone, mentre scruta il fiume, il Castello, San Pietro, insieme a tanti altri “sospesi”, in attesa della favolosa… piena del Tevere!