Vincenzo Del Signore nasce a Pontecorvo (FR) il 24/09/1980. Frequenta la facoltà di Architettura all’Università “Sapienza” di Roma.
Architectural designer e art designer, lavora in diversi settori: design architettonico, scultura, installazioni luminose e arte presepiale. La formazione professionale ed artistica avviene lavorando sul campo. Frequenta vari studi di progettazione e diverse botteghe di artisti locali, ampliando così il proprio bagaglio artistico, architettonico e culturale.
Nella personalità artistica emerge una tecnica interpretativa peculiare, originale sperimentazione materica ed eloquenza delle forme. Venature sinuose mutano nell’essenzialità delle geometrie, nella modulazione dei volumi e delle tensioni. Figure umane conducono l’osservatore entro cavità intime e snodi poetici. Torsioni, slittamenti, verticalità di elementi strutturali seguono le esigenze ideative dell’artista, ricercando identità ed evidenziando valenze sensoriali cromatiche. La morfologia plastica è luce dell’inconscio: spazialità e libertà compositiva si traducono in sagome dialoganti, respiro espressivo che interroga la scultura e ne dilata il senso. L’osservatore non si riconosce in forme concluse ma in un gioco tra pieni e vuoti, nella linearità di una sensibilità percettiva, custode di sinestesie e di un linguaggio scultoreo cadenzato da un intreccio palpabile e al contempo sfuggente. L’opera diviene spunto narrativo che informa l’immaginazione e la calibra su stratificazioni interiori, tra spartiti non cristallizzati ritmicamente e armonicamente. Intenzione dell’artista non è soggiacere alla staticità materica ma indagarla oltre il visibile, nella curvilinea tridimensionalità dei corpi allungati e dinamici che, con leggerezza evocativa, si ricolleghino ad arcane e universali memorie.
Vive e lavora tra Roma e Cassino, dedicandosi allo studio di progettazione, al laboratorio di scultura e all’atelier. Progetta e crea con lo spirito della ricerca continua, formale e materica, proponendo una sua personale rilettura del design e della scultura, dove l’uno insegue l’altro, sostenendo che la creatività è coraggio.
“Bisogna avere il coraggio di non essere capiti, sapendo che non esiste né un ambiente né una forma perfetta per tutti, ma esiste solo un’emozione.”